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'Possibile che non si possa esprimere il proprio dissenso con le dimissioni dall’Associazione Testimoni di Geova, senza incappare in una specie di annuncio di scomunica, una vera e propria messa al bando per la quale non si viene più considerati, e nessuno degli affiliati all’associazione testimoni di Geova del pianeta, familiari compresi, può rivolgere la parola a chi dissenta?' A parlare è Bruno Manganiello, curatore amministrativo di un 84enne della provincia di Modena invalido al 100% che ha deciso di lasciare la congregazione dei testimoni di Geova dopo 40 anni di militanza.
Una realtà, quella dell'isolamento dei fuoriusciti da questo gruppo, nota, ma che nel caso dell'84enne è divenuta oggetto di un esposto ai carabinieri.
Nell'esposto, presentato a ottobre dello scorso anno ma reso noto solo ora, si dà conto del comportamento di due testimoni di Geova con qualifica di 'anziani' (una sorta di vescovi) che si presentarono a settembre 2019 a casa del testimone di Geova dimissionario per sottoporlo 'ad un vero e proprio comitato giudiziario, per potersi attivare poi con un annuncio, in sede associativa, per la usuale procedura di ostracismo'.
'Il signor L. A. di anni 84 invalido al 100%, socio dell’Associazione Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova - spiega Manganiello - non era visto di buon occhio, già da quanto poneva domande scomode a cui l’associazione evitava di dare riscontro e dopo 40 anni di militanza, inviò una lettera ufficiale alla sede di Roma dei Testimoni di Geova, e a quella modenese in cui dichiarava di dimettersi, dalla congregazione Geovista.
Nonostante ciò si sono presentati, senza avviso, al domicilio del dimissionario due rappresentanti dell’associazione di Modena, interferendo nei suoi confronti in modo pretestuoso, con riferimento alla redatta lettera di dimissioni. Purtroppo nonostante l'uomo persisteva, con angoscia, nel rappresentare che la sua scelta e i motivi delle personali dimissioni associative erano state già espresse per iscritto, i due signori comunque interferivano assumendo toni poco consoni nei suoi confronti, come si percepisce anche dalla registrazione audio effettuata. Tale comportamento, oltre ad essere inopportuno, gli ha causato un conseguente malore, anche in relazione alle sue patologie cardiache. Dopo diverse ammonizioni, messi alla porta i suddetti signori, ha accusato un forte malore. Cosicché dopo l’intervento del medico di famiglia è stato necessario il ricovero in ospedale'.
L'esposto, al quale è stato allegato l'audio dell'incontro nell'abitazione dell'anziano, si chiude con la riserva di costituzione di parte civile per 'risarcimento dei danni morali e materiali subiti in conseguenza di quella visita'.
Giuseppe Leonelli